Questo è uno spazio in cui raccoglierò una parte del mio mondo, quello dedicato alla mia passione per la cucina, in generale.
Sarà sempre in divenire perchè sono sempre alla ricerca della variante, del meglio... di altro.

Luisa

domenica 28 aprile 2013

Bicchierini di crema diplomatica

Bicchierini di crema diplomatica by fugzu
Bicchierini di crema diplomatica, a photo by fugzu on Flickr.
Eccovi un dolce nato da una voglia di provare un nuovo bicchierino senza eccedere nelle quantità.

La crema diplomatica o anche Chantilly all'italiana è ideale per la farcitura dei dolci quali ad esempio il millefoglie, il diplomatico o i bignè.

Spesso viene confusa con la Crema Chantilly. Bisogna invece precisare.
La classica Crema Chantilly è un mix di panna montata e vaniglia.
La Crema Diplomatica è invece il risultato dell'unione di Crema Chantilly e Crema Pasticcera in proporzioni variabili: la ricetta originale prevede 1/3 chantilly e 2/3 pasticcera.

Vi trascrivo la ricetta base della crema pasticcera di Santin. A seguire gli ingredienti per ottenere 4 bicchieri da 100g ciascuno, partendo da un solo tuorlo di crema pasticcera di Santin.

CREMA PASTICCERA di SANTIN

500g latte intero
125g zucchero semolato
4 tuorli
40g farina 00
5g burro
1 baccello di vaniglia o la scorza grattugiata di 1 limone


BICCHIERINI DIPLOMATICI
(4 bicchierini da 100g)

125g latte intero
30g zucchero semolato
1 tuorlo (20g)
10g farina 00
1g burro
poca vaniglia o scorza grattugiata di limone

100g panna fresca da montare
2 cucchiai rasi di gocce di cioccolato
4 cucchiaini di scaglie di biscotto:"Paillette feuilletine" KROKKALI
4 cucchiaini di mandorle in scaglie tostate o nocciole tostate tritate grossolanamente (facoltativo)

PROCEDIMENTO


Preparate la crema scaldando il latte con la vaniglia. In una ciotola mescolate il tuorlo con lo zucchero e la farina.
Una volta caldo, versate il latte nella ciotola con l'uovo. Mescolate bene e versate il composto nuovamente nel tegame e mettetelo sul fuoco.
Mescolate con una frusta, dopo poco la crema si rapprenderà e sarà pronta. aggiungete pochissimo burro.
Versate la crema in una ciotola e raffreddatela mescolandola di tanto in tanto, evitando così anche che si formi una crosta superficiale.
Per velocizzare potete mettere il contenitore in un bagnomaria di acqua fredda.
Una volta portata la crema a temperatura ambiente potrete montare la panna e incorporala alla crema, aiutandovi con una spatola.
Aggiungete le gocce di cioccolato e versate il composto nei bicchierini. Decorate la superficie con le scaglie di biscotto e mettete in frigorifero proteggendo ciascun bicchierino sigillandolo con della pellicola.

Se volete renderlo ancora più ricco, nei sapori e nelle consistenze, potrete aggiungere all'interno un piccolo strato di frutta secca tostata: mandorle in scaglie o nocciole tritate grossolanamente.

CONSIDERAZIONI
 
A volte si possono fare ottime golosità, con poco e velocemente.


CONSIDERAZIONI 2

La dimensione è perfetta per rimanere con la voglia. A me iace senza frutta secca ma chi vuole provare poi mi racconterà?

Per divertirvi a viaggiare nel tempo con queste preparazioni dolci di base leggete la storia della crema chantilly qui su wikipedia. 
Oppure leggete su wikipedia di Vatel e se vi appassionate sulla sua storia dovrete assolutamente vedere il film sulla sua vita.

venerdì 26 aprile 2013

Corona mediterranea al tonno, cipolle e 'ndujia

Questa ricetta proviene dal numero di maggio 2013 della rivista a Tavola.

Ho apportato alcune modifiche alla ricetta di Sara Papa: ho usato una biga un po' più grande, non ho usato pasta madre, non 100g di farina di farro ma metà i farro e metà di semola di grano rimacinato e ho spolverato non con farro spezzato ma con semi di papavero

INGREDIENTI

BIGA
250g farina forte
2g lievito di birra
125g acqua

IMPASTO
BIGA lievitata 18 ore
250g farina 0 di media forza
50g farina di farro
50g farina di semola rimacina Senatore Cappelli
5g di lievito di birra
275g acqua
10g sale

RIPIENO

INFUSIONE
30g olio extravergine di oliva
origano
semi di finocchio

100g cipolle rosse
70g 'ndujia
200g tonno sgocciolato

PER LUCIDARE
1 uovo
poco latte
poco sale

PER SPOLVERARE
semi di papavero

PROCEDIMENTO

La sera prima preparate la biga e dopo 18 ore impastatela con le altre farine, il lievito di birra e l'acqua.
Impastate lentamente per circa 15 minuti poi lasciate riposare l'impasto in un contenitore a chiusura ermetica precedentemente unto, per 25 minuti.
Mettete in infusione l'olio con i semi di finocchio e l'origano secco.
Tritate le cipolle, scolate e spezzettate il tonno e la 'ndujia. Aiutandovi con una forchetta mescolate in una ciotola tutti gli ingredienti del ripieno.
Infarinando bene una spianatoia di legno stendete l'impasto fino a formare un rettangolo lungo e stretto.
Spennellatelo con l'infusione versando anche l'origano e il finocchio.
Distribuite il ripieno su tutta la superficie e procedete arrotolando il rettangolo a partire dal lato lungo.
Una volta completato il lungo rotolo mantenete la chiusura sotto.
Trasferitelo su un foglio di carta da forno, formando un anello chiuso.
Spostatelo quindi su una teglia da forno. Con le forbici fate dei tagli profondi allargando verso l'esterno le porzioni di corona.
Accendete il forno ventilato a 180°C .
Fate lievitare per un'ora (calcolando il tempo da quando avrete steso l'impasto in forma di rettangolo) e poi infornate a 180°C cuocendo per 40 minuti.
Sfornate e lasciate intiepidire su una griglia.
CONSIDERAZIONI

Buonissimo! Per chi ama i sapori forti e il piccante. Avendo aumentata la Biga probabilmente la mia corona è risultata un po' più "panosa" ma per me è perfetta per contrastare sapori così importanti. Vi riporto le dosi esatte della ricetta pubblicata sulla rivista per chi volesse provare quella versione: naturalmente dovrete trovare i giusti tempi di lievitazione per la ricetta della rivista.


INGREDIENTI

BIGA
150g farina 1
50g lievito madre o 2g lievito compresso
75g acqua

IMPASTO
BIGA lievitata 12 ore
250g farina 1
100g farina di farro
80g di lievito madre o 5g di lievito di birra
275g acqua
10g sale

RIPIENO

INFUSIONE
30g olio extravergine di oliva
origano
semi di finocchietto selvatico

100g cipolle rosse
70g 'ndujia
200g tonno sgocciolato

PER LUCIDARE
1 uovo
poco latte
poco sale

PER SPOLVERARE
farro spezzato

lunedì 22 aprile 2013

Piadina sfogliata

Piadina sfogliata by fugzu
Piadina sfogliata, a photo by fugzu on Flickr.
Qualche tempo fa mi sono imbatutta in questa ricetta di piadina davvero particolare: non la conoscevo pur essendo romagnola, nata nella patria della piadina...
Facendo ricerca ho scoperto che la piadina sfogliata è tipica delle zone più a sud della Romagna e ancora maggiormente delle Marche.
Per provare ho scelto una ricetta pubblicata sul forum di Cookaround.
Indicazioni e dosi perfette.

Vi riporto la ricetta e vi anticipo che non sono poi così laboriose da fare...

INGREDIENTI
(12 piadine)

1kg farina 0 (di media forza o Spadoni 00 speciale per pasta fatta in casa)
100g strutto
2 uova medie
150g latte intero
220g acqua
12g sale
pepe a piacere

PER SFOGLIARE
100g strutto

PROCEDIMENTO

Impastate con il kenwood (e il gancio apposito) tutti gli ingredienti per l'impasto.
Lavorate brevemente a bassa velocità finchè otterrete un impasto liscio, morbido e consistente.

Mettete in una ciotolina lo strutto che userete per la sfogliatura e mantenetelo a temperatura ambiente in modo che quando lo dovrete usare sarà morbido.
Mettete l'impasto a riposare per circa 25 minuti in un contenitore a chiusura ermetica.
Dividete l'impasto in 12 porzioni da 130g e formate delle palline che metterete nuovamente nel contenitore a chiusura ermetica a riposare per 10 minuti.

Prendete la prima pallina formata e stendetela più sottile possibile usando una spianatoia di legno leggermente infarinata e un matterello piccolo.
L'impasto sarà più facile da stendere rispetto a una piadina classica.
Prima di procedere alla fase successiva staccate dal tagliere la piadina (sarà di più di 20cm di diametro).
Procedete alla sfogliatura.
Prendete un cucchiaino di strutto e posizionatelo al centro del disco di pasta.
Con il dietro di un cucchiaio stendetelo su tutta la superficie formando un velo sottilissimo. Togliete lo strutto eventualmente in eccesso.
Arrotolate la piadina formando un rotolino lungo e stretto.
Arrotolate il rotolino su se stesso formando una chiocciola tonda.
Posizionate la chiocciola nel contenitore a chiusura ermetica e procedete allo stesso modo per tutte le palline.
Finite tutte le lavorazioni chiudete la scatola a chiusura ermetica e mettetela in frigorifero per almeno 30 minuti.

Scaldate a fuoco medio una piastra antiaderente.
Stendete nuovamente le piadine, aiutandovi con pochissima farina: riuscirete a farle sottilissime (della dimensione della prima stesura) grazie al precedente passaggio in frigorifero.

Iniziate a cuocere le prime stese, mantenendo al fiamma media in modo di dare la possibilità di sfogliare e cuocere in modo regolare l'interno.
Cuocerete circa un minuto per lato ottenendo una piadina gonfia e croccante, colorata.
 Aiutatevi con una spatola per rigirarla.

CONSIDERAZIONI


Spianate poche piadine alla volta in modo da evitare che si scaldi lo strutto della sfogliatura e sia più difficile stenderle sottili.
Potete mantenere i frigorifero nella scatola a chiusura ermetica le "chiocciole" formate per molte ore oppure le potete surgelarle e utilizzare, una volta scongelate al momento del bisogno, stendendole e cuocendole come fresche.

Le piadine sfogliate sono state una vera rivelazione! In realtà sono più leggere delle piadine classiche, sono ottime e speciali anche mangiate senza nulla: ci si diverte a spezzarle e sfogliarle.

venerdì 19 aprile 2013

Ciambella di patate

Ciambella di patate by fugzu
Ciambella di patate, a photo by fugzu on Flickr.
Questa ricetta proviene dal numero di aprile 1012 della rivista A Tavola.

INGREDIENTI

300g patate (circa 2 medie)
150g farina 00
1 bustina lievito per dolci
1 pizzico di sale
2 uova
100g zucchero semolato
120g burro
50g gocce di cioccolato
la scorza grattugiata di mezzo limone
130g latte intero
2 cucchiai Rum
burro per lo stampo

DECORO
300g cioccolato al latte
50g cioccolato bianco
50 g granella di nocciole tostate

PROCEDIMENTO

Lessate le patate, scolatele subito, sbucciatele e passatele allo schiacciapatate.

Accendete il forno ventilato a 160°C e portatelo a temperatura.

Lasciatele intiepidire in una ciotola poi aggiungete il burro fuso (riportato a temperatura ambiente), il pizzico di sale, lo zucchero.
Mescolate bene quindi unite le uova, poi la farina a cui averete unito il lievito i polvere.
Aggiungete i liquidi: latte e Rum. Per ultimo le gocce di cioccolato e la scorza di mezzo limone.
Imburrate molto bene uno stampo di alluminio con il buco.
Versate il composto e cuocete a 160°C per 30 minuti: prima di sfornare forate con uno stecchino per capire se l'interno è cotto e asciutto.
Il dolce rimarrà chiaro.
Sfornatelo e dopo una ventina di minuti sformatelo e lasciatelo raffreddare completamene su una griglia prima di decorarlo.

Quando non sarà più caldo sciogliete a microonde il cioccolato al latte: perché non sia troppo liquido scioglietelo non del tutto e mescolando con una spatola rendetelo tutto uniforme.
Colate il cioccolato su tutta la ciambella. Guarnite con la granela di nocciole.
Sciogliete il cioccolato bianco trattandolo nello stesso modo di quello al latte e decorate rigando la superficie.
Lasciate solidificare a temperatura ambiente, non in frigorifero.

CONSIDERAZIONI

Il colore e la consistenza di questa ciambella sono davvero particolari.
E' leggerissima e delicata, friabile.

Perfetto il contrasto con la crosta dolce dei due cioccolati che si completa con la granella di nocciole.
Per i golosi ma adatta anche senza decoro superficiale per chi vuole provare una ciambella leggerissima e delicata.

Vellutata speziata di carote con robiola

Questa ricetta proviene dal numero di aprile 2013 della rivista A Tavola. Le carote e la parte liquida non erano indicate precisamente: io ho provato a quantificarle.

INGREDIENTI
(4 persone)

8 carote (260g pulite)
1 cipolla (rossa)
200g robiola
olio extravergine di oliva
1/2 bicchiere vino bianco secco
600g acqua
1/2 stecca cannella (un po' in polvere)
1/2 cucchiaino origano secco
sale


PROCEDIMENTO

Pulite le carote e tagliatele a rondelle. Pulite la cipolla e affettatela finemente. Versate in una pentola un po' di olio extravergine di oliva e soffriggetevi cipolla e carote.
Sfumate con il vino bianco mantenendo la fiamma viva. Una volta evaporato ricoprite con l'acqua e aggiungete la cannella e l'origano.
Cuocete per 25 minuti, salate e togliete la mezza stecca di cannella prima di passare al mixer a lame fino ad ottenere una vellutata morbida.
Versate la vellutata in 4 ciotole e aggiungete ad ogni porzione 50g di robiola.
Servite subito: saranno i commensali che mescoleranno sciogliendo a piacere il formaggio cremoso.

CONSIDERAZIONE


Buonissima, veloce e profumata. La densità e il colore dipenderanno dalle carote.
Geniale l'idea di aggiungere all'ultimo il robiola che ciascuno mescola alla crema di carote: a seconda del gusto potrete scioglierlo completamente o lasciarlo a pezzetti per spezzare consistenza e sapori.
Consistenza e sapore dolce della carota contrastano con il sapore sapido del formaggio morbido creando un nuovo sapore molto originale che sembra quasi limonoso: vi spingerà a divorare la vellutata una cucchiaiata dopo l'altra.

martedì 16 aprile 2013

Torta di mandorle farcita

Torta di mandorle farcita by fugzu
Torta di mandorle farcita, a photo by fugzu on Flickr.
Questa ricetta proviene dal numero di Aprile 2005 della rivista La Cucina Italiana. La troverete con il nome: Margherita morbida alle mandorle.
Ho seguito alla lettera la ricetta ma non avevo uno stampo a forma di margherita del diametro di 30cm, ho quindi utilizzato uno stampo tondo a cerniera dello stesso diametro.

INGREDIENTI


TORTA
250g zucchero
100g burro
100g farina 00
100g farina di mandorle
4 uova
un pizzico di sale
burro e mandorle a lamelle per lo stampo

FARCIA e DECORO
500g ricotta
150g zucchero a velo
1/2 cucchiaino caffè in polvere
violette candite (gocce di cioccolata fondente)

PROCEDIMENTO

Accendete il forno a 180°C ventilato e portatelo a temperatura.
Imburrate abbondantemente uno stampo di 30cm di diametro e rivestite il fondo con le lamelle di mandorle.
Sciogliete a microonde il burro e tenetelo da parte.

Preparate la torta frullando a lungo i tuorli con 150g di zucchero semolato.
In una altra ciotola montate gli albumi con un pizzico di sale e i restanti 100g di zucchero semolato.
Quando saranno montati a neve ben soda incorporate i tuorli montati, poi il burro fuso continuando a frullare piano e versando a filo.
Aggiungete un po' alla volta la farina setacciata mescolando con una spatola dall'alto verso il baso. Per ultimo incorporate nello stesso modo la farina di mandorle.
Versate il composto nello stampo, infornate e cuocete per circa 40 minuti a 180°C.
Controllate con uno stecchino se la torta è cotta.

Sfornate e lasciate raffreddare completamente prima di tagliarla a metà e farcirla.
Poco rima dell'utilizzo preparate la farcia mescolando bene con un cucchiaio la ricotta con lo zucchero a velo e 1/2 cucchiaino di caffè in polvere.
Tagliate a metà la torta.
Spalmatela con 2/3 della farcia pi ricomponetela .
Mettete il resto della farcia in una sac a poche con bocchetta rigata.
Decorate la superficie con piccoli fiocchetti completando con le violette candite o qualche goccia di cioccolato.

CONSIDERAZIONI

Questa è una torta dolce grande e non alta.
Fate attenzione alla cottura perchè le mandorle (scaglie e farina) tendono a colorirsi velocemente.
Seguendo la ricetta ho cotto per 40 minuti ma forse ne bastavano qualcuno in meno.
La farcia è semplicissima ma geniale.

Questa torta è semplice e veloce, di grande effetto.
La combinazione del dolce asciutto profumato alle mandorle nelle diverse consistenze (interno e superficie) si sposa perfettamente con la farcia alla ricotta delicata, profumata al caffè.
Conservatela in frigorifero, a mio parere è ancora migliore dopo qualche ora.


CONSIDERAZIONI 2

Il giorno dopo è ancora più buona: la torta si inumidisce/ammorbidisce in modo uniforme mentre la crema di ricotta col passare del tempo non ha problemi e si mantiene stabile.

martedì 9 aprile 2013

Gofri piemontesi

Gofri piemontesi by fugzu
Gofri piemontesi, a photo by fugzu on Flickr.
Non sapevo che esistessero... li ho scoperti leggendo il libro "La cucina di Montagna" di Francesca Negri edito da Ponte alle Grazie.
Ho cercato anche on line ed eccovi un filmato che vi mostra un'altra ricetta e lo stampo grande, in ghisa, la gofriera, con cui andrebbero fatti.
La ricetta può variare quella del libro e con farina, acqua, lievito in polvere e sale. Io ho sostituito il lievito in polvere con lievito di birra.
Eccovi le dosi dal libro, in fondo la mia mezza dose da cui ho ottenuto 10 cialde del diametro di 18 cm.

INGREDIENTI

700 g farina
1 bustina di lievito
1 l acqua
sale
lardo o burro per la piastra

PROCEDIMENTO

Impastate la farina con l'acqua in cui avrete sciolto precedentemente il lievito.
Lasciate lievitare, in luogo protetto, coperto da un panno, per 2 ore. Poco prima dell'utilizzo aggiungete un pizzico di sale.
Scaldate bene la gofriera, ungetela con la materia grassa e versatevi un mestolo di pastella, richiudendo.
Il Gofri è pronto quando si stacca dalla piastra ed è croccante.
Si farcisce con prosciutto, salame o formaggio ma può essere ottimo anche con marmellata, miele o cioccolato.

CONSIDERAZIONI

INGREDIENTI
1/2 dose

350 g farina 0
1/2 panetto lievito di birra
500g acqua tiepida
un pizzico sale

La mia cialdiera ha il tipico disegno a quadretti, non troppo profondi, ma stampa a "spicchi" ed ha un diametro complessivo di 18 cm. E' antiaderente, quindi non ho utilizzato burro per ungerla.
I tempi di cottura, senza aprirla mai, sono stati 6 minuti a cialda tacca 5, alla massima temperatura.

I Gofri mi ha affascinato fin da subito per l'impasto povero: conoscevo le varianti, francesi delle gauffres o quelle abruzzesi delle ferratelle ricche di uova.
Il colore è chiaro ma sono leggerissime e croccanti.
Noi li abbiamo gustati abbinati a affettati e formaggi, penso siano ottime anche con il dolce ma le abbiamo divorate troppo velocemente per provare.
Quando le farete vi consiglio di calcolare bene i tempi: sia della lievitazione ma soprattutto della cottura... per farne 10 con la mia macchinetta elettrica ho impiegato un'ora.


CONSIDERAZIONI 2

Una amica piemontese mi ha mandato info e foto dell'attrezzo apposito che le è stato regalato, fatto appositamente da un artigiano nelle dimensioni classiche usate nelle sagre di paese.

Ecco cosa mi scrive Ilaria del Blog Dolcisognare:


"la ricetta, scritta proprio pari pari da una signora che prepara gli impasti per la sagra della prima domenica di agosto a Jouvenceaux (TO) dove io ho casa, in Val di Susa è questa:

2 litri di acqua, 1 di latte, 2 kg di farina, 1 cubetto di ldb.
Acqua appena tiepida e mettere poco sale dopo che ha lievitato.

Come vedi è molto scarna, ma in effetti ho sempre visto questi secchi con roba semiliquida.."





CONSIDERAZIONI 2

Doppo tanto tempo ho rifatto i gofri piemontesi, con la stessa piastra elettrica da waffel ma provando un altro impasto leggermente meno idratato.

Il risultato è stao buono pur utlizzando una pastella un po' più densa-

Sarei davvero curiosa di poter utlizzare la piastra vera per gofri per ottenere delle cialde più sottili e croccanti.

Ho ovviato il problema dello spessore riscaldando in un secondo tempo le cialde e rendendole di nuovo croccanti.

INGREDIENTI

Per 3 cialde:

125g di farina 0
125g di acqua tiepida
2,5g di lievito di birra
un pizzico di sale

PROCEDIMENTO

Mescolate tutti gloi ingredienti e fateli lievitare in una ciotola coperta per almeno 2 ore.

 Scaldate bene la cialdiera e versate un mestolino di composto. Chiudete e cuocete finchè sarà leggermente colorato e croccante.

CONSIDERAZIONI

Terrò in considerazione questa pastella densa per fare altre prove di cottura con stampi ma penso che la più adatta sia quella più liquida perchè si distribuisce meglio nello stampo.

Chaussons aux pommes

Chaussons aux pommes by fugzu
Chaussons aux pommes, a photo by fugzu on Flickr.
Da quando mia figlia Clara è tornata da una vacanza studio organizzata dal suo Liceo Linguistico, a Nizza, mi continua a raccontare di questi dolci francesi. Qualche giorno fa Mi sono messa alla ricerca di info e ricette e alla fine Clara li ha fatti.
Gli chaussons fanno parte di quella pasticceria tipica francese venduta nei forni, tipologie chiamate Veinnoiserie.
Eccovi altre info su wikipedia francese.

Le forme possono essere molteplici come anche le differenze di ripieno ma costanti sono l'utilizzo della pasta sfoglia lucidata con uovo e decorata con tagli superficiali.
La ricetta proviene da qui.

INGREDIENTI
(6 pezzi)

500 g di mele (preferibilmente le varietà Golden o Renette)
20 g di burro
50 g di zucchero
250 g di pasta sfoglia*
1 tuorlo d’uovo

PROCEDIMENTO

Sbucciate e tagliate a fettine, poi a pezzetti le mele. Cuocetele con il burro per circa 15 minuti o finché potrete schiacciare la polpa con una forchetta.
Aggiungete lo zucchero e cuocete ancora qualche minuto finchè si sarà sciolto e assorbito al composto.
Accendete il forno ventilato a 200°C e portatelo a temperatura.
Tagliate le sei forme sulla pasta sfoglia: potrete utilizzare u n coltello tagliente oppure un taglia pasta o semplicemente una tazza grande del diametro di circa 12 cm.
Versate un cucchiaio abbondante di ripieno di mele nella metà del disco/ovale/rettangolo/triangolo facendo attenzione a lasciare il bordo pulito che dovrete inumidire passando un dito bagnato d'acqua.
Ripiegate e fate aderire i bordi (formando delle mezzelune) facendo pressione sui bordi per sigillare.
Sbattete l'uovo con un pizzico di sale, spennellate e con una lama molto tagliente fate dei tagli superficiali non profondi.
Se è molto caldo mettete la teglia a raffreddare una mezz'ora in frigorifero altrimenti infornate subito e cuocete per 20 minuti ricordando di controllare come procede la cottura dopo 15 minuti.

CONSIDERAZIONI

Ottimi e veloci (se userete pasta sfoglia non fatta in casa). Una volta cotti, tenuti a temperatura ambiente, possono essere gustati anche dopo 24 ore.

domenica 7 aprile 2013

Minestra di ortiche

Minestra di ortiche by fugzu
Minestra di ortiche, a photo by fugzu on Flickr.
Ancora dal libro La Cucina di Montagna, autore Francesca Negri, Editore: Ponte alle Grazie, Il Lettore Goloso, una ricetta della tradizione montana veneta.

La serra di casa nostra è invasa dalle ortiche, ormai sono davvero alte ma sono riuscita a trovare una bella manciata di punte non ancora fiorite da poter cucinare.

INGREDIENTI

(4 persone)

4 manciate di foglie di ortica
1 cipolla
1 spicchio d'aglio
2 patate
sale
2 mestoli di brodo vegetale
2 manciate abbondanti Parmigiano grattugiato

BRODO VEGETALE
un piccolo pezzo di cipolla, sedano, carota, sale

crostini di pane abbrustoliti
olio extravergine di oliva

PROCEDIMENTO


Lessate al dente le patate sbucciate e tagliate a cubettini.
Scolatele e preparate un brodo vegetale con la loro acqua di cottura.
Nel frattempo lavate bene le foglie di ortica e in un'altra pentola cuocetele, in acqua a bollore, pochi minuti.
Scolatele e tritatele o tagliatele con le forbici.
In una pentola soffriggete la cipolla tritata con l'aglio tagliato a metà. Aggiungete poi l'ortica e continuate la cottura per una decina di minuti. Salate e togliete l'aglio.
Aggiungete un mestolo di brodo vegetale e frullate con un mixer ad immersione.
Aggiungete le patate a cubetti e un paio di mestoli di brodo vegetale e proseguite la cottura per altri 10 minuti: la minestra non dovrà rapprendersi troppo, nè le patate sfarsi.
Poco prima di servire insaporite con due belle manciate di Parmigiano grattugiato e completate impiattando con crostini di pane abbrustolito e un filo di olio extravergine di oliva.

CONSIDERAZIONI

Ieri sera eravamo solo io e mio marito: ho quindi dimezzato le dosi.
Ho velocizzato leggermente il procedimento lessando la patata non intera e preparando i brodo vegetale direttamente dall'acqua di cottura della patata.
Il risultato è stato ottimo e veloce.
Il sapore dell'ortica è particolare: a noi piace molto. La minestra è abbastanza liquida, i cubetti di consistenza diversa di patate e pane croccante completano la preparazione.
Ricordate: le ortiche usate dovranno provenire da zone non inquinate e le ortiche dovranno essere germogli giovani senza parti dure o infiorescenze.

sabato 6 aprile 2013

Spatzle verdi trentini

Spatzle verdi trentini by fugzu
Spatzle verdi trentini, a photo by fugzu on Flickr.
Qualche tempo fa ho acquistato l'ennesimo libro di cucina della collana Ponte alle Grazie, il Lettore goloso: La cucina di montagna, autrice Francesca Negri.
Ho trovato diverse ricette interessanti. Eccovi la prima.
Le dosi sono leggermente abbondanti. Non li ho conditi come indicato ma semplicemente con fette sottili di speck tagliuzzate e abbrustolite e poca panna fresca e burro.

INGREDIENTI
(4 persone)

200g spinaci lessati e strizzati
50g acqua*
3 uova
300g farina (00 Spadoni speciale per pasta fatta in casa)
sale

CONDIMENTO
100g prosciutto cotto a dadini
1 cucchiaio burro
200ml panna
1 cucchiaio Parmigiano grattugiato
pepe
noce moscata

PROCEDIMENTO

Munitevi dell'apposita grattugia per Spatzle.
Preparate il sugo in una ampia padella antiaderente.
Nel mio caso ho abbrustolito, senza aggiungere altro, lo speck tagliato a fette sottili , poi a filini. una volta croccante ho aggiunto un po' di panna spegnendo la fiamma dopo poco.

Frullate gli spinaci con un pizzico di sale, le uova e l'acqua.
In una ciotola aiutandovi con un cucchiaio mescolate la farina con gli ingredienti liquidi.
Versate il composto nel contenitore dell'attrezzo e posizionatelo sopra una pentola con abbondante acqua salata a bollore.
Fate scorrere il contenitore sopra la grattugia in modo che gli gnocchetti cadano direttamente sull'acqua.
Appena verranno a galla saranno cotti.
Con un ramaiolo scolateli e metteteli nella padella.
Riempite nuovamente l'attrezzo e concludete la formatura e cottura degli spatzle.
Mettete la padella nuovamente sulla fiamma viva e saltate brevemente/delicatamente, gli spatzle aggiungendo anche un pezzetto di burro.
Servite subito.

CONSIDERAZIONI

*Il composto mi è sembrato leggermente troppo sostenuto ed ho quindi aggiunto pochissima acqua in più.
Con la dose indicata ho riempito completamente due volte l'attrezzo per farli.

Che bontà!
Volutamente ho condito con poca panna e più burro per evidenziare profumi e leggerezza degli spatzle.